Gabriella Stramaccioni
LiberaSport




L'intervento della Strammaccioni ha seguito la linea dei processi socioeducativi
ed ha ampliato il concetto di sport non solo limitatamente alla funzione sportiva
che esso svolge ma anche alla funzione sociale ed educativa.
La Stramaccioni ha messo in risalto la spontaneità dello sport, quindi non solo ciò
che è regolato è sport come un campionato di massima serie, oppure una partita
di basket del campionato di A1 ma tutto ciò che viene fatto con spontaneità
può essere considerato sport.
In realtà, lo sport deve essere seguito dalla scuola, quindi la scuola rappresenta
un'agenzia di socializzazionenon solo ma anche un luogo dove far conoscere
lo sport ed educare i ragazzi a fare sport.
In realtà lo sport non deve essere visto come un pianeta gestito direttamente
da un determinato soggetto, ma ci deve essere una relazione tra soggetti: ad esempio
tra l'assessorato alle politiche sociali e quello allo sport è bene che ci sia
questa sinergia affinchè lo sport non vada a rotoli.
La Stramaccioni ha parlato di legalità e percorsi educativi utili agli studenti
ed ai giovani e quindi il modello sportivo deve essere visto come modello
educativo, anche se l'uso del doping ha un po' reso in squilibrio il sistema
sportivo. E proprio il doping ha fatto perdere valore allo sport e quindi da questo
punto di vista è necessario una rivisitazione del modello sportivo soprattutto in termini
di riserva. Per quanto concerne il modello sportivo il limite è posto da
un unico interlocutore che è il comitato olimpico.
Stramaccioni ha ribadito il concetto della rigidità della Bossi Fini e rendere
definitivamente chiaro che lo sport è un diritto di cittadinanza.
A partire da queste condizioni socipolitiche adeguate è necessario e possibile
investire.
Nelle sue conclusioni ha puntato l'indice sull'impiantistica che si deve rivedere
per dare stimolo e spinta ai giovani.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT