Presidente del Parco dei Picentini
Sabino Aquino




Nell'illustrazione fatta dal Presidente del Parco dei Picentini, Sabino Aquino, si è evidenziato
che dal Monte Terminio e dal Cervialto c'è una distribuzione massiccia di acqua
e che mentre da questi monti l'acqua si distribuisce tra le numerosi sorgenti di Solofra
Serino ed arriva addirittura a Sorrento attraverso i monti decimari,
dal Monte Partenio l'acqua viceversa arriva a san Felice a Cancello, nella zone del
casertano.
In totale ci sono in circolazione 11 mila litri al secondo.
Come si generano queste acque? Le caratteristiche delle montagne irpine riguardano la
roccia, l'acqua penetra e riesce a penetrare alle viscere della terra.
Il motivo che l'infiltrazione vada in profondità riguarda la presenza del manto icoplastico che
è derivato dalle eruzioni vulcaniche ad eccezione di quelle del '79.
Di conseguenza nelle numerosi sorgenti presenti in irpinia c'è la presenza di fenomeni
carsici.
I FIUMI. Nel 1968 i pugliesi avendo difficoltà idriche si sono fatte le condizioni di tutte
le sorgenti della provincia di Avellino. Della Provincia di Avellino non abbiamo quasi
niente di tutte queste acque allora subito dopo il terremoto gli enti acquedottifici che
hanno dato? Hanno cominciato a sfruttare le risorse occulte attraverso i fondi profondi
(150-200 perforazioni che superano anche i 400 metri). Nella Piana del Dragone c'è stato un pozzo
di 450 metri. Allora il discorso qual'è? Siccome negli anni le condizioni meteo sono state
variabili e i consumi sono aumentati( Solofra, tra i 15 ed i 20 chili al secondo di acqua)
15-20 chili al secondo bastano per alimentare una città come Atripalda,
immaginate un poco quanti pozzi sono stati realizzati.
Il problema qual'è? Ci vuole una rivisitazione completa delle autorizzazioni e un controllo
dello status. Rivisitazione delle condizioni. Cioè l'acquedotto pugliese che ha reso in queste
zone 7 mila litri assieme a quello di Napoli ha estratto tutto e prima di arrivare ad
una crisi idrica bisogna rivisitare le concessioni.
Nel 1968 le condizioni idrogeologiche erano completamente diverse da quelle attuali.
Perchè il piano regolatore degli acquedotti ha completamente sbagliato le previsioni.
I nostri politici si devono impegnare ad abbattere una nostra legge dello stato
la legge Galli 36/94 art. 17 comma 3 che ha dato disposizioni su come deve essere
concessa una derivazione idrica ed ha garantito il flusso minimo idropotabile
anche se in effetti le condizioni idropotabili non soddisfano la popolazione.
Allora da questo punto si deve partire ed è inimmaginabile che alla base della struttura
3 per mille questi vengono trasportati in puglia.
Secondo problema è quello idrogeografico il nostro reticolo idropografico è un ricettore
finale di rifiuti. Perchè non c'è nessun impianto di depurazione che funziona a norma.
Le acque che scarseggiano nell'alveo fluviale si trovano a portare scarico inquinante
e annientare un inquinamento che si va a protrarre nel tempo.
Ma la novità riguarda un discorso analitico, dobbiamo rispettare quest'equazione
se vogliamo bere per i prossimi anni P=E+I+R dove la somma di E (perdita evapotraspirazione)
di I (Infiltrazione) ed R (ruscellamento superficiale) e P rappresentata la precipitazione
meteorologica. Per riuscire ad equilibrare quest'equazione è necessario determinare
i rilievi sul sistema idrico e i costi che si sostengono, cosa che allo stato è impossibile.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT