Sindaco di Castelfranci Eugenio Tecce



"Quale Sindaco di questa Comunità, tocca a me fare gli onori di casa.
Prima di entrare nel vivo del convegno, sento il dovere di porgere un vivo
e affettuoso ringraziamento all'amico assessore Enrico Tecce che ha voluto organizzare
questo importante convegno.
Esprimo all'Assessore Tecce un vivo compiacimento per questa significativa iniziativa e per
aver scelto un tema di così grande attualità: "Il ruolo dell'Istruzione agraria nei processi di sviluppo locale".
Mi sia consentito, inoltre, di rivolgere a tutti Voi un cordiale saluto ed un vivo ringraziamento
per la Vostra partecipazione.
Siamo onorati della presenza di alcuni Sindaci e amministratori locali, dell'Assessore Provinciale all'Agricoltura,
del Consigliere Provinciale e del Presidente della Comunità Montana "Terminio Cervialto",
ai quali rivolgo, a nome mio e dell'amministrazione di Castelfranci, un caloroso saluto e un grazie.
Rivolgo anche un cordiale saluto al Preside Natale dell'Istituto Scolastico Comprensivo di
Paternopoli e Castelfranci e al prof. limone, docente dell'Istituto Agrario di Avellino.
Un affettuoso saluto e un vivo ringraziamento al moderatore di questo convegno l'amico Di Lalla.
Non entrerò nel merito del tema del convegno che sarà trattato - in maniera certamente più
efficace e completa di quanto sarei capace di fare io - dagli autorevoli relatori, docenti presso
la Facoltà di Agraria dell'Università della Basilicata, che ritengo doveroso salutare e ringraziare
per i loro interventi e per la disponibilità dimostrata nell'accettare di affrontare un
argomento tanto delicato quale quello di oggi.
Porgo, infine, un saluto e un sentito ringraziamento alla Preside della Facoltà di Agraria
dell'Università della Basilicata che concluderà i lavori di questo convegno.
Data la rilevanza e l'importanza del tema, mi permetto di suggerire all'assessore Tecce e agli
organizzatori dell'iniziativa di pubblicare un documento finale sulle risultanze che emergeranno da questo incontro, in modo da non rendere vani i preziosi contributi di idee che i relatori e
coloro che interverranno offriranno.
Sono convinto, che solo raccogliendo e pubblicando i risultati del convegno, si dà un senso
reale e proficuo all'incontro di oggi.
Cari amici,
la dimensione di questo convegno credo che siala dimostrazione dell'opportunità di una
serie di iniziative che dobbiamo continuare a prendere per manetenere vivo il contatto e il
dialofo tra di noi, con i Paesi vicini e, in particolare, con le diverse istituzioni, al fine di
focalizzare l'attenzione sui problemi reali del nostro territorio e sulle esigenze vere
della nostra popolazione.
Auspico, pertanto, un impegno sempre maggiore, per un programma fitto di manifestazioni
culturali, politiche e sociali, in modo da creare una sorta di osmosi culturale, al fine
di evitare quelle pigrizia e quella insensibilità di cui ambienti troppo piccoli, come
il nostro, spesso possono essere vittime.
Nell'affrontare il complesso tema dello sviluppo del territorio è necessario evitare di commettere
l'errore di circoscrivere l'analisi in una ristretta visione locale, trascurando i riflessi
comunitari, nazionali, regionali e provinciali che, inevitabilmente, incidono sulla realtà
socio-economica del nostro territorio.
Pertanto, è indispensabile, prima di pensare ad una politica di sviluppo per Castelfranci,
come pure per altri paesi, comprendere quale poltiica viene suggerita e in alcuni casi
imposta, a livello regionale, nazionale e comunitario.
Ma il problema principale, a mio avviso, è capire come migliorare quella cooperazione, a
a volte ridotta ai minimi termini, tra le varie istituzioni.
E non credo che la responswabilità ricada sempre sugli amministratori. il ruolo degli enti locali, è ora di iniziare a porci il problema di un idoneo
funzionamento dell'Ente provincia, che è chiamato ad assolvere il ruolo di coordinamento
e di propulsione in direzione dello sviluppo economico del territorio provinciale.
Così come è necessaria ed urgente il potenziamento del funzionamento della Comunità
Montana, che essendo un ente territoriale intermedio tra Provincia e Comune, deve rappresentare
uno strumento concreto di approfondimento dei problemi del territorio, delle proposte e
delle iniziative inerenti lo sviluppo.
Le domande alle quali i cittadini ci chiedono di dare risposte sono di creare le condizioni
per facilitare l'avvio di processi produttivi, tendenti non solo a mutare la politica
economica del territorio, ma soprattutto a riequilibrare l'assetto socio-economico di
tutta la provincia.
Dico questo perchè è innegabile che l'industrializzazione, l'idea cioè, come si disse
negli anni 80, di portare l'industria in montagna, ha creato lavoto e benessere
per le nostre zone e per Castelfranci, ma non ha determinato, così come s'immaginava
una cresci9ta complessiva dell'intero territorio provinciale, con la nascita, per esempio,
di aziende e imprese che fungessero da indotto rispetto agli insediamenti industriali.
Ma ci siamo mai chiesti il perchè di tale fenomeno?
Lo chiedo ai relatori qui presenti e a me stesso, convinto che la scommessa, oggi, sia proprio
questa, evitare una nuova industrializzazione che rischi di portare occupazione ma non
crescita del territorio.
La risposta potrebbe essere, a mio avviso, troppo banale, perchè quando una iniziativa
industriale o imprenditoriale, rimane slegata dal territorio nella quale è insediata
produce lavoro, ma non determina una vera e propria crescita del territorio.
Se la mia affermazione è vera o si avvicina di molto al vero è necessario puntare, oltre che
sulla industrializzazione, sulle ricchezze del territorio: i prodotti agricoli, la valorizzazione del verde
il turismo rurale, le tante risorse naturali.
Penso, allora immediatamente, per fare un esempio, alla produzione e commercializzazione del vino e dell'olio,
prodotti tipici dell'Irpinia.
Per questo motivo, l'amministrazione di Castelfranci intende investire sulla istruzione agraria
con la ferma volontà di avviare, dall'anno scolastico 2006/2007, l'IStituto Agrario
- sede distaccata del glorioso Isituto agrario di Avellino. Istituzione scolastica
già concessa, dagli organi competenti, da tre anni, per iniziativa delle precedenti
amministrazioni comunali e che per varie ragioni a tutt'oggi non ha avuto effettiva attuazione.
Non amo fare citazioni, ma già Francesco De Sanctis, al quale va il merito della istituzione
della prima scuola agraria proprio ad Avellino nel 1879, ebbe l'intuizione dell'importanza
di questo insegnamento, quando nel 1860, allora Governatore della Provincia di Avellino,
sostenne che "nel momento in cui avremo scuole popolari, scuole tecniche per gli operari,
scuole agrarie, scuole industriali, nuove vie si apriranno per guadagnarci la vita e
acquisteremo coscienza della nostra dignità....".
Cari amici, il processo di sviluppo che immagino necessita, come già accennato, della cooperazione tra
Comune, Comunità Montana, Provincia, Regione, Governo,. Comunità Europea, Scuola e Università.
Chi opera all'interno del sistema Campania deve essere più presente e più attento al
territorio e, soprattutto, deve pensare a nuovi e innovativi metodi e strumenti di
ricerca. E' necessario, anche che il sistema universitario si mobiliti, capisca
le opportunità e i bisogni del territorio, la sua organizzazione, quali imprese
sviluppare quali interventi realizzare, e il modo in cui si possa convergere in
in un progetto di intervento unitario e integrato.
Ed è fondamental, altresì, decidere da quali risorse esistenti partire. E' questo, forse,
il vero punto cruciale dal quale avviare una discussione.
L'università deve offrire linee di orientamento: l'arrivo di imprese invogliate
dagli incentivi, deve essere guidato.
E allora, in questo contesto, ha un senso parlare d'istruzione agraria.
E' fondamentale, insomma, un riavvicinamento fra scuole, Università e imprese, coinvolgendo
principalmente le parti sociali, sul tema dlel'istruzione e della formazione.
Esistono, in altre parti d'Italia, istituti agrari e università che hanno rapporti
continui con aziende, strutture d'avanguardia, organizzazioni efficienti, che hanno
rappresentato e rappresentano esempi sui quali le locali attività agricole guardano
con attenzione per acquisire metodi e strumenti innovativi.
L'attività didattica dell'istruzione agraria ha un senso se essa è attenta alla
evoluzione della politica agricola comunitaria e nazionale, allo scambio di informazioni
tecniche, statistiche e legislative, al fine di facilitare il processo di aggiornamento
sulla ricerca e sperimentazione, al rafforzamento delle professionalità di settore, ed,
infine, alle esperienze di alternanza-scuola-lavoro.
Un'istruzione moderna nel settore agricolo non garantisce solamente la formazione degli operatori del settore, ma è anche garanzia di crescita del territorio, attraverso, per esempio
la consulenza alle aziende rurali.
E allora, credo, e concludo che lo sviluppo del territorio non possa presciendere dalla
formazione e dall'istruzione agraria, così come credo che non possa prescindere
da una seria e fattiva cooperazione tra le istituzioni.
Solo avendo questa convinzione, potremo avere le carte in regola per tentare di avviare un
nuovo ed importante processo di sviluppo del nostro territorio.
Grazie.

è una realizzazione editoriale THE MOMENT